LA FAVOLA DI NETO
12.02.14 - 15:00
A volte il calcio presenta veramente delle belle storie.
Dal primo giorno del ritiro estivo il portiere della Fiorentina, Norberto Neto, è stato circondato da un alone di sfiducia generale; non c’era nessuno, ma proprio nessuno, che non volesse relegarlo in panchina, o meglio ancora cederlo per acquistare il “fenomeno” Julio Cesar, ovvero colui che avrebbe fatto fare il salto di qualità alla squadra.
La Società, i compagni, l’allenatore sono andati contro corrente, assumendosi la responsabilità di puntare su questo ragazzo, senza farsi condizionare dalla campagna unanime di denigrazione del portiere, che ha iniziato giocando con una pressione psicologica su di lui enorme. E, trattandosi di un portiere, la mancanza di fiducia e di tranquillità sono elementi altamente condizionanti in negativo. La situazione sembrava precipotare dopo alcune incertezze iniziali, ma lui ha continuato a lavorare in silenzio e senza fare alcuna polemica , mentre il fenomeno Julio Cesar rifiutava qualsiasi squadra pur di non ridursi il faraonico ingaggio, tanto da essere messo fuori rosa dal QPR (squadra retrocessa dalla PL inglese).. Poi, piano piano Neto ha iniziato a parare sempre meglio,a dre piu’ sicurezza, in un crescendo quasi impensabile, per arrivare, ieri sera all’apoteosi, nella gara di semifinale con l’Udinese in Coppa Italia. Il ragazzo ha compiuto almeno tre interventi eccellenti che hanno letteralmente trasportato la squadra in finale e, al termine della gara, ha ricevuto l’abbraccio dei compagni dentro la sua porta, con tutto lo stadio che gridava il suo nome.
Questo, per un portiere è veramente il massimo e Neto lo ha meritato con il suo attaggiamento serio ed umile.
Bravo veramente ragazzo, parola di ex portiere.
A.D. Vieusseux Calcio